Recensione

Critica teatrale su "Re Lear"Vai alla home
Nicola Medici

Michele Placido si lancia in un’impresa non facile, portare in scena un’opera di William Shakespeare, scritta più di 400 anni fa, adattandola, senza rovinarla né stravolgerla eccessivamente, ai tempi nostri.

Il Re Lear narra le vicende di un re inglese, appunto, di nome Lear (Michele Placido), che, sentendo ormai avvicinarsi la sua ora, decide di spartire i suo possedimenti tra le tre figlie: Gonery, (la maggiore); Regan; e Cordelia, a patto che queste li dimostrino il loro amore.

Le prime due, lo lodano dichiarando di amarlo oltre ogni limite, e ottengono così una parte di Inghilterra a testa, ma Cordelia, la preferita di Lear (per questo non ancora data in moglie, nonostante i molteplici e nobili pretendenti) si rifiuta di farlo perché ritiene che non sia corretto sfruttare l’amore che prova per il padre lodandolo semplicemente per ottenere delle ricchezze. A seguito di questa sua decisione viene cacciata e diseredata dal padre, e l’unico pretendente ancora disposto a sposarla è il re di Francia, colpito dalle sue parole.
Da questo evento iniziale si sviluppa la storia, che narra la storia tragica di un re che, dopo aver cacciato (quasi) tutti coloro che tengono a lui, viene scacciato da corte, e si ritrova ad essere abbandonato da tutti, comprese le due figlie che hanno giurato di amarlo più di qualsiasi altra cosa, e quindi ad impazzire, capendo solo quando è troppo tardi, che l’unica figlia che l’abbia mai realmente amato, è quella che si rifiutò di lodarlo perché troppo onesta.
Contemporaneamente si sviluppa la storia di Edmund, figlio del conte di Gloucester (Gigi Agnelillo), che, grazie a tradimenti ed inganni anche contro il fratello (legittimo) Edgard, facendolo fuggire da corte e convincendo il padre che Edagrd lo voglia tradire, e contro il padre stesso; tenta la scalata al potere, finendo così oggetto di contesa tra le due sorelle, attratte dal potere che questi continua ad acquisire. La tragedia è resa più leggera e accessibile a tutti grazie a momenti comici intercalati all’interno della vicenda principale, che, tuttavia, non risultano fuori luogo, e contribuiscono anche a rendere questa tragedia adatta agli spettatori moderni.
Gli attori hanno fatto un ottimo lavoro, riescono a far sentire lo spettatore all’interno della storia, a farlo affezionare ad alcuni personaggi e a farne odiare altri. Particolarmente notevole l’interpretazione di Francesco Bonomo (Edgard/Tom), che in alcune scene, e in particolare nella scena in cui impazzisce, è veramente impressionante per la sua bravura, e da l’impressione di essere realmente pazzo. Altri punti a favore di questa opera sono sicuramente la scenografia, che, nonostante la sua semplicità si rivela adatta a tutte le scene, e l’adattamento compiuto per modernizzarla, infatti la tragedia risulta attuale e accessibile ancora oggi.

 

Lo spettacolo era in programma a Locarno marted`ı 2 e mercoled`ı 3 dicembre 2014
Durata: 2 ore e 40 minuti.
Regia: Michele Placido

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CH-6600 Locarno
Tel. +41 (0)91 756 10 93
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