Recensione

Critica teatrale "Quello che non ho"Vai alla home
Rocco Cavalli

C’è una storia sbagliata dell’umanità che va ben oltre le note e le parole di De André e gli scritti di Pasolini. Eppure da essi può trarre slancio e trovare conferme la denuncia del mondo che «corre verso il burrone», sui binari dei drammi ecologici, del lassismo moderno e della demenza politica. Neri Marcorè ha intuito che in Italia hanno scritto, composto e riflettuto due nomi degnamente maiuscoli, uniti non solo nella canzone che ricorda la morte, tragica chiacchierata arida, di Pasolini, ma resi un coro dall’assoluto vigore e dalla perfetta carica allarmante della loro critica. Due voci riflesse sul palco, trasposte con cura nell’attualità di oggi, che se ne esce con il ritratto più realistico e meno illusorio.
Pasolini non ha più lucciole da contare, De André sa che gli abiti del maxiprocesso non vestono la giustizia: Neri Marcorè e i suoi musicisti riavvolgono il tempo nel loro teatro musicale, ma su un palco giovane e spigliato cantano per un solo mondo, effimero inquinato e compromesso, tenendo viva la serenità, romantica speranza di spegnere i lampioni. Perché le lucciole ci sono ancora, e con loro la voglia di voltare la carta.

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