Recensione

Critica teatrale "Peperoni difficili"Vai alla home
Alex Uboldi

La verità, concetto con cui ci confrontiamo quotidianamente, necessità secondo taluni, paura e timore secondo altri, desiderio da secondi oppure un confronto, come quello a cui ci hanno sottoposto Rosario Lisma e compagni a Locarno lo scorso 14 gennaio. In un’atmosfera di un tipico borgo, dove la vita scorre indisturbata e tutti si conoscono, ci viene riportata la vicenda di un parroco, la cui sorella viene a fargli visita domandando un posto in cui stare per le successive settimane. Ed è proprio all’interno della casa del parroco, più precisamente nel soggiorno-cucina, che si svolge l’intera storia dilazionata su due ore senza pause, con una magra scenografia, voluta appositamente per veicolare totalmente l’attenzione degli spettatori sull’effettivo contenuto. Un confronto affrontato con estrema cautela, soprattutto nel rapportarsi con un uomo dalla grande intelligenza costretto in un corpo malato, nell’accettazione di un amore finito e nell’ammissione di non poter più proseguire una missione in Africa. Tre vicende che, unite in una cena, vengono affrontate dai quattro attori in maniera disinvolta e con grande capacità di adattamento alla difficile situazione teatrale, dove non vengono risparmiati i colpi di scena e le imprevedibili e continue visite a casa del prete. Il punto che può essere considerato come più caldo durante tutto l’arco dello spettacolo, è sicuramente l’approccio con l’uomo spastico, il quale è tremendamente scosso al minimo accenno della sua malattia. L’amore che sboccia poi verso la fine dello spettacolo, è la componente fondamentale, nonostante l’esitazione da parte di tutti gli altri, che fa scattare una sorta di indifferenza nei confronti della malattia anche dal fratello del maldestro, forse il personaggio più insicuro. Una commedia inizialmente di parvenza leggera, ma che, progredendo, tocca aspetti profondi e a tratti filosofici del nostro quotidiano, del nostro vivere nella società e soprattutto del nostro rapporto con la verità, senza trascurare il dono di sane risate di cui gli spettatori ammaliati hanno potuto beneficiare.

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