Recensione

Critica teatrale "Nudi e Crudi"Vai alla home
Miriam Allisiardi

Attuale, reale, divertente ma superficiale. Questo è “Nudi e Crudi”, spettacolo teatrale diretto da Serena Sinigaglia con la partecipazione di Paolo Calabresi e Maria Amelia Monti nei panni dei coniugi Ransome.
È il gioco dei caratteri e delle diversità che, esasperato da visite inattese, diventa sempre più esilarante con il proseguire dello spettacolo.
L’opera è in grado di affrontare i temi della relazione uomo-donna, dell’amore, del rispetto coniugando la profondità di intenti con una presentazione leggera e divertente. La drammaticità delle nostre esistenze lineari e ripetitive, ancorate ad una dimensione materiale scialba e desolante, viene presentata senza scadere nella retorica più bieca o nella becera banalità.
La Sinigaglia sceglie di accompagnare i paradossi presenti nello spettacolo con suoni di sottofondo, però...
... però sono fastidiosi e superficiali. Disturbano la ricezione, cozzano in maniera seccante e incomprensibile con l’importanza dei temi presentati. Va bene la leggerezza, ma quella fine, ricercata, di qualità. Non di certo quella delle serie TV spazzatura importante dal nord America.
Altra nota dolente è la recitazione di Amelia Monti la quale, nonostante l’evoluzione del personaggio, non muta in maniera significativa la dizione e l’attitudine della propria recitazione.
Insomma, il cambiamento del personaggio non trova corrispondenza nella performance dell’attrice, e questo è un gran peccato.
“Nudi e Crudi” è dunque uno spettacolo leggero con un copione con poco spessore. Interpretato con qualche difetto che rovina solamente la magia del teatro.

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