Recensione

Critica teatrale "Nudi e Crudi"Vai alla home
Matteo D'Anna

Prendete un uomo (nel ruolo di marito) e una donna (nel ruolo di moglie).
Fate s'ı che il marito sia tanto egoista da non vedere oltre il proprio interesse (economico), e accostategli una moglie sottomessa all’ego del marito. Private la coppia del loro intero mobilio domestico, ma per carit'a ricompensateli con un
lauto assegno di risarcimento da parte dell’assicurazione. Aggiungete a piccolo malinteso con il vicino di appartamento, mescolate il tutto (ma non troppo vigorosamente, perch ́e i personaggi sono un po’ fragili), e otterrete “Nudi e crudi”, che mi permetto di sottotitolare “Commedia mal riuscita a proposito di una coppia”.
Gi'a Carlo Goldoni disse che “correggere il vizio [...] 'e [l’]antico e pi'u nobile oggetto della Commedia”. Ridondante parafrasi: una commedia deve s'ı far ridere lo spettatore, ma il Teatro ha ben pi'u importante funzione rispetto al mero sviluppo della mobilit'a mascellare dei presenti. Questa funzione dovrebbe anche essere quella di fornire degli spunti di riflessione su determinate questioni antropologiche. Lo sviluppo esperienziale e attitudinale dei personaggi svolge un ruolo chiave in una Commedia, ma l’evoluzione dei due personaggi, ammesso e non concesso di voler trovare una traccia evoluzione in loro, lascia parecchio a desiderare, in quanto scialba, banale e tristemente prevedibile dall’andazzo della rappresentazione.
Nello spettacolo inoltre il ruolo della televisione come “educatrice di folle” 'e troppo messo in evidenza, e questo aspetto stride proprio per quella questione sopra citata: una Commedia non dovrebbe semplicemente prostituirsi di fronte ai televisivi talk show, basti da esempio il fatto che un certo Dante Alighieri compose una “Commedia”, che secondo i critici non 'e niente male. Ma siccome il finale 'e interamente costruito intorno a questa “educazione televisiva” che la moglie si autoinfligge, ecco che ci si trova veramente “nudi e crudi”, perch ́e si esce dalla sala con pi'u domande di quando si era entrati; per'o purtroppo non sono domande “positive”, quanto piuttosto dubbi sulla bont'a dello spettacolo.

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