A causa degli scioperi che, a partire dal 1943, paralizzarono i grandi stabilimenti del Milanese, le case operaie di Milano, e dei comuni limitrofi furono teatro di retate spietate. Centinaia di uomini furono sottratti ai propri affetti, costretti a vestirsi rapidamente per poi sparire. Scene che rimasero per decenni negli occhi di madri, mogli e soprattutto dei bambini che salutarono per sempre in quel modo il loro papà. Cinquecentosettanta furono le persone deportate nei lager. Lo spettacolo vuole mettere in luce il “non eroismo” di migliaia di uomini e donne, che si opposero al fascismo e al nazismo a caro prezzo. Lo fa attraverso le voci di quelle madri, mogli, sorelle e figlie che, dopo l’arresto dei propri uomini in seguito agli scioperi dell’area industriale a nord di Milano, si ritrovarono improvvisamente a gestire, da sole, un quotidiano di fame e miseria. Alla disperata ricerca dei loro uomini, si precipitavano a San Vittore e in altri luoghi di detenzione di Milano. Fra questi anche il cinema Broletto, allora sede della famigerata Legione Ettore Muti: mentre in sala si proiettavano i film, nei camerini si torturavano i partigiani e gli oppositori politici. Nel 1947 quel cinema diventò il Piccolo Teatro, che Giorgio Strehler e Paolo Grassi, attraverso l’arte, la cultura e lo stare insieme, bonificarono dall’orrore.